Creato il 3 Luglio 2013

 
"La crisi morde, l’incertezza è tanta. Il governo del "fare" ragiona su IMU e Tares (rifiuti e servizi indivisibili), toglie la percentuale destinata ai Comuni, sposta i pagamenti a fine anno, pensa ad altri tipi d’imposte, scorda il percorso del federalismo fiscale, cambia per dieci volte in un anno le norme di riferimento e, infine, incentiva la gestione in dodicesimi del bilancio dando la possibilità di approvare il bilancio di previsione 2013 a fine settembre dello stesso anno. Ma non è tutto negativo. Prevedere quel che è già accaduto viene meglio, peccato che distrugga la capacità di spesa di un ente.
 
L’amministrazione di Cattolica si è però messa in gioco, non ha scommesso su ipotetiche restituzioni dell’IMU prima casa mantenendo la sua aliquota al minimo, differenziando le aliquote IRPEF secondo il reddito (e la Costituzione), mantenendo al minimo quelle per i redditi minori, tagliando le spese, garantendo i servizi sociali e non varcando l’aumento del costo della vita per i servizi a domanda individuale. Ha così approvato il 28 giugno il bilancio di previsione e fatto fronte alle esigenze di una città turistica.
 
I Comuni oggi non hanno vere certezze sulle risorse con cui finanziare i servizi. Implacabile il patto di stabilità impone di ridurre risorse. Ai Comuni è già stato chiesto di tagliare le spese per un importo pari a tre volte la loro incidenza sulla spesa pubblica. A questi tagli si aggiungono quelli indiretti, vale a dire il meno che viene da regioni e provincie, a loro volta sottoposti a tagli e scomparse. Tolte le spese di personale, e la partita di giro per la gestione dei rifiuti, dei 26 milioni totali del bilancio di Cattolica i tagli in realtà colpiscono solo i servizi coperti con 12 milioni di spesa. Tagli che non distinguono tra la spesa per mantenere i servizi e quella per finanziare investimenti. Nondimeno, l'Amministrazione ha definito un piano degli investimenti ridotto ma realistico, che non cede sull’impegno di costruire la scuola di Irma Bandiera, insediare il comando della Guardia di finanza, rinaturalizzare l’alveo del Conca, garantire una sufficiente manutenzione, anche coinvolgendo i cittadini nella scelta degli investimenti col Bilancio partecipato (50.0000€) e con il progetto Curo io la mia città.
 
 
Con deroga al patto di stabilità, il Governo ha di recente sbloccato i pagamenti dei crediti della pubblica amministrazione a favore dei privati. Ai Comuni che non avevano abbastanza liquidità è stata concessa la possibilità d’indebitarsi. Cattolica ha pagato con la sua cassa i fornitori e da due anni non accende nuovi mutui. L’indebitamento della città è passato dai 34.177.000€ del 2011 ai 32.357.000€ del 2012 ai 30.536€ previsti per il 2013, pari all’8,22% nel rapporto con le entrate correnti del 2011. Se questa Amministrazione non avesse ereditato un contratto di finanza derivata le cui perdite potenziali obbligano ad accantonare 1.400.000€ il rapporto sarebbe addirittura del 2,59%. L’amministrazione ha perciò intensificato la propria attività per verificare, in sede processuale civile e penale, la presenza di costi occulti in questi contratti e liberare risorse finanziarie essenziali per l’ente. Tutto il contenzioso giudiziario, dalle questioni Regina Maris per i debiti dell’ospedale all’importante contenzioso urbanistico è stato sottoposto a un costante monitoraggio e rafforzamento.
 
 
Il continuo lamento per la crisi internazionale e nazionale nasconde però un pericolo, quello di deresponsabilizzare chi ha il compito di offrire risposte ai bisogni dei cittadini. La colpa è sempre di qualcun altro e, il miglior modo per non sbagliare è non fare. Ma non è questa la strada seguita dall’Amministrazione. Anzi. Visti i problemi si sono cercate soluzioni che potessero avere ambizioni strutturali. Si è così preso atto che Cattolica ha molto poco da vendere e ancor meno da costruire e che gli oneri di urbanizzazione dovranno sempre più venire da attività di ristrutturazione e riqualificazione del costruito esistente. Inoltre, se è pur vero che il sostegno alle attività produttive e al turismo non fa parte delle funzioni di un Comune, è altrettanto vero che se il Comune non fa asse con le forze sociali e le categorie produttive, la perdita del lavoro sarà drammatica. Ma il turismo non può entrare e uscire dai bilanci. Le esigenze di un Comune turistico devono trovare una risposta strutturale. Confronti continui, e importanti contributi finanziari di alcune categorie, hanno permesso di costruire un percorso condiviso che porterà alla città risorse importanti per la sua manutenzione e promozione, nonché per la garanzia dell’ottimo livello dei servizi, importanti per il cittadino ancor prima che per il turismo. Insieme alla città, si gestirà l’imposta di soggiorno che, approvata l’anno scorso, diventerà operativa da ottobre.
 
 
I servizi più vicini al cittadino e più lontani dalle politiche di rigore sono fortemente minacciati. Scuola, sport, cultura sono difesi da questa Amministrazione con la ricerca continua di efficienza delle risorse e di efficacia nell’azione. Il progetto Adotta un’istituzione sta trovando attenzione da parte di enti presenti sul territorio e sensibili per statuto e vocazione a un coinvolgimento importante, e prolungato nel tempo, in quelle forme di sussidiarietà orizzontale che dovrebbe portare un diverso e miglior rapporto di istituzioni ed enti con i bisogni dei cittadini e i servizi offerti. Tutto sommato é una politica ambiziosa nella meta, ma concreta nelle tappe".
 
Alessandro Bondi, Vice Sindaco comune di Cattolica con delega al Bilancio.